La mastoplastica additiva (o aumento del seno) è l’intervento che mi viene più richiesto in estetica.
La paziente normalmente ricerca una mammella di forma e posizione ben rappresentata e di volume e dimensioni discrete, se non addirittura rilevanti.
Per questo motivo, la donna che non ritiene di possedere questo seno ideale chiede di adeguare il proprio per renderlo oggettivamente e soggettivamente appropriato, attraente e piacevole per se stessa.
Le mammelle piccole sono molto più frequenti di quelle di dimensioni rilevanti; per questo motivo la mastoplastica additiva gode da sempre di una grande richiesta e di un grande successo post-operatorio.
L’inserimento di una protesi è l’intervento codificato e dai rischi moderati che è in grado di aumentare stabilmente il volume delle mammelle con grande soddisfazione delle pazienti.

Informazioni sull’intervento di mastoplastica additiva

La prima visita è dedicata a capire cosa desidera la paziente e stabilire un rapporto di fiducia che le dimostri la serietà, le capacità tecniche acquisite e la correttezza del chirurgo, che a sua volta raccoglie tutte le informazioni sullo stato di salute fisica e la necessità funzionale psicologica che spinge la donna a sottoporsi all’intervento.

Fondamentale è l’empatia, quasi immediata, che si deve creare tra medico e paziente per il successo dell’intervento e del risultato.
La visita consente di valutare volume, posizione, consistenza e qualità della mammella, misurando il diametro, la distanza del complesso areola-capezzolo dal giugulo e proponendo la soluzione più adeguata con l’utilizzo di reggiseno e protesi di prova. Allo specchio, la paziente potrà giudicare e scegliere il volume che corrisponde alle sue aspettative.

L’intervento di mastoplastica additiva

Sotto la pelle dietro l’areola c’è la ghiandola mammaria che è circondata da una quantità variabile di grasso. Dietro la ghiandola mammaria si trova il muscolo pettorale che parte dalla spalla e che si apre a ventaglio per raggiungere lo sterno e le coste, che si trovano sotto il muscolo. L’incisione per introdurre la protesi può essere emiperiareolare, dal solco sottomammario e raramente dall’ascella. Io preferisco il taglio emiperiaerolare perché la cicatrice residua scompare, a distanza di qualche mese, tra il chiaro e lo scuro della areola.

Le protesi si posizionano dietro la ghiandola quando i tessuti che la ricoprono sono sufficientemente spessi e turgidi, mentre viene inserito sotto il muscolo quando sono sottili e poco rappresentativi.

Anestesia

Per gli interventi di mastoplastica additiva si può scegliere tra un’anestesia locale con sedazione o un’anestesia generale con maschera laringea.

L’anestesia generale è più profonda ma permette all’operatore di lavorare in maggior tranquillità e alla paziente di non aver nessun ricordo doloroso dell’intervento. Con le tecniche attuali di anestesia generale con uso di farmaci endovena il risveglio senza nausea e in pochi minuti la paziente è cosciente e dopo un’ora può già camminare.

Dettagli sull’intervento

Le protesi

Sul mercato ci sono attualmente due tipi di protesi, al gel di silicone oppure contenenti soluzione fisiologica. Sicuramente le protesi che contengono silicone offrono un risultato più naturale soprattutto alla palpazione.
Le protesi al silicone hanno una consistenza simile alla ghiandola mammaria al contrario di quelle con soluzione fisiologica che determinano sciacquio palpabile e persino udibile.

La forma

Le protesi tradizionali sono tondeggianti e converse in modo uniforme nella parte anteriore, contengono un gel morbido che tende a spostarsi verso il basso quando la stazione è eretta.
Le protesi anatomiche hanno il polo inferiore più proiettato e contengono di solito un gel più coesivo che riesce a mantenere costante la forma della protesi.
Tutte le protesi tradizionali e anatomiche sono disponibili in diversi modelli caratterizzati da diversa proiezione e da diverso diametro e altezza dalla base, e altezza massima.
Si calcola negli ultimi 40 anni sono stati proposti 240 stili diversi e più di 8000 modelli di protesi.

Protesi anatomiche o protesi rotonde? Dalla mia ventennale esperienza, ritengo più naturale la protesi tradizionale, dà meno complicazioni nel post-operatorio perché se dovesse girarsi o per traumi o accidentalmente, la forma rimane sempre la stessa e non si creano asimmetrie come con quelle anatomiche; le protesi tradizionali sono più morbide e non si avvertono al tatto. Quindi, secondo me, tonde con gel non formano pieghe.

Le dimensioni

Questa è la prima regola per gli interventi di mastoplastica additiva: più gli impianti sono grandi, minore sarà la durata del risultato estetico.
Con il tempo il peso della e la forza di gravità tendono a spostare la protesi verso il basso (retroghiandolare) o fa scivolare la ghiandola sulla protesi (retromuscolare).
Quindi attenzione sulla scelta del volume delle protesi, anche se sono le pazienti che spesso richiedono aumenti consistenti.
Meglio spiegare bene in ogni dettaglio le possibili complicazioni causate dalle protesi troppo grosse.

Sede dell’incisione

Per inserire la protesi è necessario praticare una incisione di 4-5 cm quando si usano impianti di medie dimensioni in gel morbido di silicone.
L’incisione può essere più piccola per le protesi gonfiabili con soluzione fisiologica mentre è più ampia per le protesi anatomiche con gel coesivo.

Solco inframammario:
E’ stata l’incisione più diffusa per molto tempo (anni 60/80) e recuperata negli ultimi anni per inserire le protesi con gel di silicone coesivo più rigide.
E’ comoda e riduce i rischi della ipersensibilità del complesso areola-capezzolo ma è più visibile soprattutto nella posizione supina.

Areola:
Utilizzo da anni l’incisione emiperiareolare (tranne nei casi in cui il diametro della areola è inferiore a 2,5-3 cm) perché mi permette di accedere direttamente alle ghiandole e al muscolo pettorale. Inoltre non indebolisce, con una cicatrice, l’area del polo inferiore della mammella (solco mammario) dove alloggia il peso delle protesi.
A guarigione avvenuta, la cicatrice è quasi invisibile tra chiaro e scuro, cambiamento di colore della cute dell’areola.

Ascella:
L’incisione ascellare genera una cicatrice di buona qualità al di fuori dell’area mammaria. Però le possibili complicazioni sono elevate per cui questo accesso viene utilizzato raramente. Infezione della zona ascellare, cicatrice ispessita se non si esegue il taglio a zig zag, lesione del nervo intercostobrachiale, problemi di drenaggio linfatico e da ultimo, se si ha un ematoma postoperatorio, bisogna incidere la cute per un altro accesso per raggiungere le arterie da coagulare.

Ombelico (Trans ombelical breast augmentation):
E’ indispensabile usare solo protesi gonfiabili, usando l’endoscopio e utilizzando l’acqua per il riempimento della protesi. Tecnica utilizzata negli Stati Uniti, dove, per motivi assicurativi, è giustificato il riempimento della protesi con soluzione fisiologica.

Piano di Alloggiamento

Le protesi in aumento possono essere posizionate in diversi piani, da quello sottoghiandolare a quello totalmente retromuscolare.

Sottocutaneo:
Non utilizzato in chirurgia estetica, qualche volta in chirurgia plastica ricostruttiva.

Retroghiandolare:
E’ il più usato. Semplice e poco doloroso, permette una buona mobilità veloce della mammella. La convalescenza è rapida e il risultato è naturale.
Il piano retroghiandolare è il piano anatomico ideale se non si vogliono protesi di dimensioni elevate se la mammella è anche leggermente atonica (si può riempirla risollevandola un po’).

Retromuscolare parziale e totale:
Utilizzata spesso in donne molto magre e atletiche (anche se si deve disinserire la parte inferiore del muscolo gran pettorale), determina maggior dolore e sanguinamento rispetto al piano retroghiandolare.
Il vantaggio è che garantisce naturalezza al polo superiore dove la protesi è protetta dal muscolo e ghiandole.

Dual plane:
Consiste nell’abbinare uno scollamento parziale retroghiandolare limitato al polo inferiore e alla dissezione del muscolo pettorale fino alla liberazione delle sue inserzioni costosternali.
Si adatta questa tecnica quando la mammella è già un pò caduta e si vuole porre la protesi sotto il piano muscolare, evitando così il doppio profilo del polo inferiore.

La guarigione

Nel post-operatorio della mastoplastica additiva ci si possono aspettare sempre ecchimosi e gonfiore. In genere di moderata entità.
Il volume di una o tutte e due le mammelle può essere più grande di quello che ci si aspettava (di solito, a distanza di qualche mese, tutto si normalizza e il volume diminuisce di circa 10-20%).
Le cicatrici a distanza di 6 mesi sono praticamente invisibili.
Naturalmente, nessun sport per 15gg con protesi retroghiandolari e 1 mese per quelle retromuscolari.

Domande più frequenti sulla mastoplastica additiva

Le protesi sono sicure?

Tutti i lavori scientifici mondiali hanno attualmente escluso una correlazione tra impianti di protesi al silicone e tumori alla mammella e malattie autoimmuni.
Gli esami periodici alle ghiandole mammarie (ecografia, esami radiologici e RMN), possono essere effettuati senza particolari difficoltà. E’ utile avvisare il radiologo dell’intervento subito per un controllo efficace della ghiandola mammaria.
Le allergie al silicone sono rarissime e non è mai stato riscontrato silicone nel latte prodotto da donne con protesi mammarie impiantate.

Se l’ecografia e la mammografia segnalano la presenza di mammopatia fibrocistica posso sottopormi a intervento?

E’ molto comune la presenza di cisti nelle mammelle; cisti in genere prive di significato patologico.
I fibroadenomi meritano normalmente un controllo dopo i 40-45 anni (ecografie e radiografie) anche con la presenza di protesi. In genere le donne che presentano mastopatia fibrocistica si sottopongono a controlli più frequenti.

Quanto durano veramente le protesi?

Le variabili sono così numerose che non è facile dare una risposta precisa a questa domanda. Le ultime generazione di protesi sono più robuste e meglio costruite. Bisogna, però, sottolineare che ci sono donne che portano impianti da 30 anni senza problemi e donne che dopo 3-4 anni devono sostituire le protesi.
Il cambio protesi normalmente si deve eseguire per rottura con conseguente riduzione del volume, perché si è spostata o da ultimo se la paziente richiede una modifica della taglia.

Il fumo può dare problemi?

Il fumo determina una serie di danni al corpo umano (cervello, polmone, cuore, sistema nervoso, cutaneo, ecc.) che rende le persone meno sane del normale.
Ogni sigaretta che si fuma provoca vasocostrizione diversi minuti determinando un ridotto apporto di ossigeno ai tessuti in via di guarigione.
E’ buona norma sospendere il fumo o diminuirlo drasticamente un mese prima e un mese dopo l’intervento.

Gli altri si possono accorgere della presenza delle protesi?

E’ difficile notare l’opera del chirurgo, il volume e la forma naturalmente sì!!
Protesi retromuscolari possono dislocarsi con movimenti di contrattura dei pettorali, ma normalmente l’impianto è molto naturale.

Con l’intervento possono comparire smagliature?

Quando si espande un tessuto, la pelle potrebbe stirarsi e rompersi formando smagliature. In pratica, però, è molto difficile; l’importante è scegliere una protesi adeguata alla paziente.

Quanto tempo senza rapporti sessuali?

Normalmente, dopo una settimana dall’intervento di mastoplastica additiva, si può riprendere l’attività sessuale invitando il partner ad una certa delicatezza nei movimenti e coprendo le cicatrici con un cerotto.

E’ possibile perdere la sensibilità del capezzolo e dell’areola?

E’ possibile, ma è molto raro, pari allo 0,5% con frequenze leggermente maggiori se si esegue l’incisione sull’areola. E’ normale soffrire di ipo o ipersensibilità che si normalizza dopo i sei mesi.

Il partner si può accorgere degli impianti?

Se non ci sono contratture e se la paziente non è eccessivamente magra è difficile accorgersi delle protesi. Il gel morbido delle protesi è molto simile per consistenza alla ghiandola retromammaria.

E’ vero che le mammelle diventano fredde con le protesi inserite?

E’ possibile soprattutto d’inverno notare una diminuzione di qualche grado della cute del seno; la protesi può fare da intercapedine tra la temperatura del torace e la cute delle mammelle ma il tutto è nell’indice di 1-2 gradi, come per le donne molto magre con poco grasso sottocutaneo.

Le mammelle si muovono il maniera naturale?

A distanza di qualche mese, le mammelle tendono a muoversi e a spostarsi con più naturalezza. Questo risultato si raggiunge per le protesi con posizionamento sottoghiandolare in pochi giorni dopo l’intervento, per le protesi con posizionamento retromuscolare ci vuole più tempo in quanto risultano più rigide perché bloccate dal muscolo pettorale sovrastante.

Quale è l’età minima e massima per l’intervento?

Non esiste un limite per sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva, l’importante è che la paziente sia in salute e la pelle sia elastica in maniera adeguata.
La mammella deve essere adeguatamente sviluppata; quindi da 4-5 anni dopo il completo sviluppo fin dopo la menopausa se il volume è costante da più di due anni.

Ci sono rischi in aereo o sotto acqua?

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Si possono avere altre gravidanze o allattare con le protesi?

Non ci sono controindicazioni alle gravidanze dopo l’aumento di seno. Bisogna tener presente che durante la gravidanza e nel post-parto la mammella può subire aumenti e diminuzioni rapide di volume che possono modificare l’aspetto estetico. Ma questo cambiamento si può verificare anche senza la presenza delle protesi. L’allattamento è possibile in quanto i dotti galattofori sono lasciati integri.

Quando potrò rimettere il push-up?

Meglio aspettare qualche mese dopo l’intervento. Il ferretto potrebbe modificare il solco mammario in via di cicatrizzazione soprattutto se le protesi sono sottomuscolari.

Dopo quanto tempo ritorno in palestra?

Se le protesi sono sottoghiandolari si può iniziare a fare sport con moderazione dopo 20 giorni (non si danneggia il muscolo pettorale); è meglio aspettare due mesi se la protesi è sottomuscolare.

Dopo quanto tempo si può fare il bagno o doccia? Prendere il sole o fare una lampada?

Doccia e bagno dopo una decina di giorni quando la cicatrice è completamente chiusa.
Per il sole invece è meglio aspettare un mese poi esporsi nelle ore meno calde con il costume per evitare che le cicatrici si arrossino. Lo stesso vale per le lampade dove basta coprire le cicatrici con un cerotto.